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Si può raccontare un fallimento?

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Si può raccontare un fallimento?

Fallire è una cosa che succede a tutti, se poi hai un’attività in proprio qualche (grande o piccolo) fallimento è abbastanza inevitabile. Insomma, è difficile che tutto vada sempre esattamente come ci aspettiamo noi.

E se a fallire è qualcosa che c’entra con la nostra professione – un prodotto che non ha venduto, alcune cose che abbiamo proprio sbagliato, un aspetto della nostra comunicazione che abbiamo sottovalutato – si può raccontare? O, come professionisti, facciamo una brutta figura?

 

La prima risposta è: dipende

L’opportunità di raccontare o meno un aspetto del nostro lavoro che non ha funzionato è una cosa di cui abbiamo riflettuto nel gruppo Facebook Lampadine.

Ci siamo chieste: noi professioniste possiamo farlo? Non rischiamo di sembrare troppo insicure? Troppo poco professionali? Non ci fa sembrare “quelle che ci provano e non ci riescono”, facendo così perdere fiducia ai nostri clienti?

Secondo me, come per tante cose, non c’è una risposta unica ma – appunto – dipende: da cosa è fallito, intanto, ma anche da quello che ci ha insegnato e dal momento in cui decidiamo di condividere quell’esperienza.

 

Poi: un fallimento si racconta se è utile

E, occhio: non utile a te che lo condividi, ma utile a chi leggerà quella storia.

Questa è una cosa che dovresti sempre chiederti: il racconto del mio fallimento può aiutare in qualche modo il mio pubblico? Può dargli gli strumenti per evitare di fallire allo stesso modo? Racchiude un consiglio, una dritta, un insegnamento che i miei lettori potranno utilizzare quando si troveranno nella mia stessa situazione? O almeno: li farà sentire meno soli e meno sbagliati?

Se a queste domande hai risposto “sì” allora forse faresti bene a condividerlo.

Se invece tutto quello che il racconto del tuo fallimento può portare è un aumento dell’engagement dei tuoi contenuti perché ti arriverebbero un sacco di commenti consolatori, fermati e pensaci su: ne vale la pena?

 

Usa quel fallimento in modo creativo

Infine c’è un altro modo per prendere quel fallimento e ricavarne qualcosa, anche se non lo racconti così com’è avvenuto.

Prendi ciò che è successo e usalo in modo creativo.

Come? Estrapola un dettaglio, lavoraci su, impastalo, collegalo con altre cose che sai o che hai fatto, usalo come punto di partenza per creare un contenuto che magari alla fine non parlerà di quello ma sarà perfetto per la tua comunicazione.

Insomma, usa il pensiero creativo per trasformare il tuo fallimento in un nuovo racconto.

 

Se vuoi imparare bene come si fa, ti aspetto nella nuova classe di Jellyfish: staremo insieme (online) per tutto marzo e dopo un mese di lavoro fianco a fianco ti prometto che tutto ti darà nuove idee per raccontarti. Sì, anche un fallimento.

Quindi Se ti piacerebbe partecipare ma non ci sono classi aperte, puoi iscriverti alla lista d’attesa così sarai tra le prime contattate quando riaprirò le iscrizioni! Ti aspetto.

 

(foto Daniel Schludi on Unsplash)