Le ispirazioni di quest’anno: concretezza e Jessica Fletcher
Quest’anno mi sono scelta due ispirazioni. Una è una parola: concretezza. Era ora di iniziare a fare, ma fare davvero, buttarsi e mettersi in gioco in cose nuove. L’altra è un mito: Jessica Fletcher.
Oggi voglio raccontarti, per ognuna di queste ispirazioni, che ha funzionato e che cosa no non ancora.
Concretezza sì | Le lettere che vi mando
Era un po’ che pensavo a una newsletter ma fino più o meno a febbraio questa cosa era rimasta un pensiero vago, tipo “uh che bello sarebbe”. E bon, morta lì. Poi a un certo punto mi sono detta “Vale, smettila. Cioè, smettila di non fare. Fai: prepara, promuovi, proponi. Si iscriveranno in 3? Coccolerai questi 3 iscritti fino allo scioglimento, ma SMETTILA DI RIMANDARE”. (Sì, me lo sono detto tutto maiuscolo).
E così sono partita e ho iniziato a inviare lettere e il numero di chi sceglie di riceverle piano piano sta crescendo e sorrido molto.
Guarda un po’: alla fine bastava iniziare (e sbattersi tanto) e riuscirci non era impossibile.
Concretezza no | La fatica di proporsi
Propormi è una cosa che mi affatica ancora tanto. Ci provo un pochino più di prima ma mica con scioltezza. Mi agito, penso di non essere abbastanza brava, tante volte lascio morire le idee che mi vengono perché vorrebbe dire andare da qualcuno con in tasca un “ehi, sai che potrei fare questa cosa per te e che è una cosa che ti servirebbe molto?”.
Ecco, su quel fronte lì mi blocco ancora un po’ troppo e vorrei migliorare. Perché male che vada cosa può succedere? Che mi dicono di no. E poi? E poi basta. Quindi, insomma, diciamo che posso impegnarmi di più. (*)
Jessy sì | Sono Valeria e risolvo problemi
In questi mesi ho avuto la conferma che mi piace risolvere i problemi. E non parlo solo di lavoro, ché alla fine le ispirazioni sono belle perché non hanno confini, non è che le puoi chiudere in una scatolina e staccarle da tutto il resto.
È un periodo che riesco a vedere i problemi come sfide e quindi continuo a spaventarmi un po’ ma insieme mi viene anche la voglia di saltarci fuori. Una voglia fortissima. E questo succede quando devo scrivere dei testi complicati per un cliente, o preparare un preventivo particolarmente incasinato, ma anche quando mi viene da rivoluzionare casa e inventare spazi dove sembra non ce ne siano.
Poi, ripeto, mentre affronto il problema di turno sudo molto. Però non mi fermo e questo mi piace tanto.
Jessy no | Io non viaggio (ancora) da sola
A inizio anno avevo deciso che avrei fatto un piccolo viaggio da sola, che sarei andata in un posto dove non avrei trovato nessuno ad aspettarmi, per passare qualche giorno con me. Con me e basta. E questa cosa qui non l’ho ancora fatta. Non per qualche motivo particolare, diciamo che, tra i mini viaggi che ho fatto, ho dato la precedenza ad altro.
Ma non è detto che non lo faccia da qui a fine anno. Vediamo, che a prenotare me stessa sono ancora in tempo, no?
Se cerchi ispirazioni e idee per raccontarti, vieni a sbirciare tra le risorse che ho preparato per te: ti aspetto.
(*) Questo paragrafo ho deciso di lasciarlo anche se, a distanza di qualche anno, ti posso dire che sono cresciuta e non sono più io che mi propongo ai clienti ma sono loro che trovano me. Certo, si può sempre migliorare ma mi sembra già un bel salto e lo voglio raccontare per dargli valore.