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Come ho fatto a scrivere 366 storie minuscole

scrivere 366 storie minuscole

Come ho fatto a scrivere 366 storie minuscole

L’anno scorso ho scritto 366 storie piccolissime per un progetto bello bello. Non è stato mica semplice inventarne così tante. E no, l’ispirazione nel senso di “idee magicamente scese dal cielo” non esiste. Per riuscirci mi sono allenata e adesso ti racconto come.

Ah, una raccomandazione: se delle storie minuscole vuoi conoscere solo la parte romantica, smetti di leggere adesso. Che qui si parla anche di fatica, parole origliate e pure di furti. Ecco, poi non dire che non ti avevo avvisato.

 

Lo spettacolo | Cosa sono le storie minuscole

Hai presente quei progetti che iniziano per caso e poi diventano una cosa bellissima e gigante? Questo è stato una cosa così. È iniziato alla fine del 2015 da un’idea della mia amica Giovanna e per un anno, tutti i giorni, abbiamo pubblicato su Instagram una mini storia illustrata: io scrivevo i testi, Giovanna dipingeva, disegnava, ritagliava e incollava, fotografava.

Tutto questo è stato fighissimo – lo racconto bene quima pure abbastanza faticoso, perché, come ti dicevo prima, l’ispirazione non esiste.

 

Le prove | Come nasce una storia – le cose che ho rubato imparato

Ok, parto subito confessando una cosa: Giovanna ne creava davvero una al giorno, io no. Io ogni settimana, dieci giorni, ne scrivevo un po’ e mi portavo avanti, perché scriverne davvero una al giorno per me sarebbe stato impossibile, ci avrei messo molto più tempo e avrei anche perso un sacco di energie mettendomi ogni volta nell’ottica di inventare storie.

Quindi, numero uno: ho imparato a ritagliarmi del tempo per fare solo quello. Senza distrazioni, senza interrompermi, senza incastrare altre cose nel mezzo. Magari era il tempo di un viaggio in treno, eh, o la mezz’ora di attesa per un appuntamento, ma in quel viaggio o in quella mezz’ora aprivo il mio quaderno e scrivevo solo storie minuscole. Ci mettevo la testa, insomma.

Poi, numero due: ho imparato dove cercare ispirazione.

Lo so, sono ripetitiva, ma stare lì e aspettare che le parole si manifestino nella tua testa non funziona. Devi cercarle, le parole: devi scovarlo tu, l’inizio di una storia.

Io per le storie minuscole ho usato tantissimo Pinterest – tantissimo nel senso che mi ha proprio salvato: mi ci mettevo davanti, lasciavo scorrere la mia home (seguo tantissimi illustratori) e dalle immagini che vedevo cercavo di far uscire delle storie. Vedevo un albero e inventavo la storia di una foresta attraversata in una notte, per esempio. O mi fermavo a guardare un piccolo re sulla torre del suo castello che guardava il cielo buio e scrivevo di storie raccontate alle stelle. Cose così, insomma.

Oltre a Pinterest, ho rubato parole che sentivo, magari per caso. Ascoltavo pezzi di frase e li scrivevo subito per non perderli e poi li trasformavo. Partivo da lì, da suoni rubati, e giocavo a costruirci intorno una storia.

E ho rubato pezzettini della mia vita. Briciole delle mie giornate, riflessi delle mie paure. Non lo so se è stata una scelta furba o no, ma l’ho fatto e mi sembra inutile non dirlo. Chi mi sta molto vicino magari ci ha riconosciuto dentro qualcosa, per tutti gli altri immagino siano state parole come le altre. Ho rubato cose mie, le ho un po’ travestite e le ho fatte diventare storie e adesso quando le rileggo ho piccoli flash di momenti che ritornano.

 

Il palco vuoto | Cosa mi rimane

Di quest’anno di allenamento mi rimane una cosa importantissima: saper fermare gli occhi. Fermarli sulle cose più piccole e stare lì un attimo per vedere se ne esce una storia.

Che per scrivere – per scrivere storie ma anche roba di lavoro, eh – saper guardare è proprio importante. È la soluzione all’ispirazione che, per come ce la raccontano, secondo me non esiste. E non è mica poco, va là.

 

Se anche tu stai cercando ispirazioni e vuoi imparare ad allenare lo sguardo, il Quaderno delle ispirazioni ti aspetta: dentro trovi piccoli esercizi, avventure da fare, mondi da osservare. Che dici, può essere la tua soluzione alla ricerca di idee?

3 Comments
  • Lulu

    25 Gennaio 2017 at 10:26

    Bello Vale, è stato un piacere leggere l’articolo. Attendo il prossimo. Buonagiornata!

    • Valeria Zangrandi

      31 Gennaio 2017 at 16:42

      Grazie, Lu!! : ))