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Breve storia di quasi tutto: cosa mi ha ispirato questo libro

breve storia di quasi tutto

Breve storia di quasi tutto: cosa mi ha ispirato questo libro

Ho letto un libro super e mi è venuta voglia di raccontarti cosa mi ha insegnato in fatto di comunicazione.

 

Breve storia di (quasi) tutto

Sì, il libro si chiama proprio così, “Breve storia di (quasi) tutto” ed è esattamente quello che promette nel titolo: il racconto della scienza, dalla storia dell’universo alla teoria della relatività, dall’evoluzionismo al funzionamento del DNA.

Insomma, una valanga di roba, che potrebbe pure spaventare se non fosse che a tenere le fila della narrazione c’è Bill Bryson, che non conoscevo prima e di cui mi sono – ovviamente – innamorata. Perché è bravissimo. Perché trovare il modo per raccontare tutto questo in un libro solo è una specie di miracolo ma soprattutto riuscire a far capire cose così difficili, e intanto far divertire, è proprio magia.

Tra l’altro: di lavoro Bill Bryson non fa il divulgatore scientifico, di solito scrive di viaggi. Per dire.

 

Cos’ho imparato (oltre alle cose di scienza)

Al di là di tutte le nozioni e i fatti importantissimi che sto imparando leggendo questo bel librone (e che spero di non dimenticare nel giro di uno starnuto) ci sono alcune cose che mi ha confermato sul modo di raccontare e di fare comunicazione.

 

1. Si può essere sempre più chiari di così

Quante volte ho provato a leggere libri o articoli che raccontavano le cose della scienza? Abbastanza. E quante volte mi sono arresa perché erano pieni di parole difficili, conoscenze date per scontate, formule buttate lì e non spiegate? Praticamente sempre.

Qui no. Qui è spiegato tutto e in modo semplice. Che non vuol dire banale, vuol dire con le parole adatte a un pubblico di non specialisti che però vuole capire.

Dovremmo fare la stessa cosa quando scriviamo per lavoro. Chiederci: ma davvero non c’è un modo più semplice per dirlo? Di solito (quasi sempre) la risposta è “no”.

 

2. Le storie sono dappertutto

L’altra cosa bellissima è che i fatti della scienza sono accompagnati dal racconto di quello che ci sta intorno. Le vite degli scienziati, gli aneddoti, i retroscena, i dettagli divertenti o tristi o surreali che hanno accompagnato le ricerche e le scoperte.

Questo libro non è un saggio, è un racconto, e questo non toglie una briciola di autorevolezza e di serietà ai suoi contenuti. Solo li rende più morbidi. Più piacevoli da leggere.

Quindi: quando raccontiamo il nostro lavoro, non dimentichiamo di arricchire la narrazione con le storie che gli ruotano intorno. Perché ci sono, dobbiamo solo vederle e condividerle.

 

3. L’ironia salverà il mondo

Terza scoperta conferma che mi sta regalando il libro: se siamo capaci di infilare un po’ di ironia e leggerezza in quello che raccontiamo, stiamo già vincendo. Far sorridere un lettore è un passo importante per creare un legame, o renderlo un pochino più saldo se esisteva già.

E non dirmi che quando si parla di lavoro è difficile essere leggeri, perché se ci riesce Bryson parlando di fossili, supernove e protoni, secondo me possiamo farcela pure noi. O no?

 

Sai dove altro potresti trovare ispirazioni? Nel Quaderno che ho creato per chi è sempre alla ricerca di nuovi sguardi, fuori-bolla improvvisi e piccole avventure. Sei pronta per partire?

 

(foto rawpixel.com on Unsplash)