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Avventura: come userò la mia parola dell’anno

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Avventura: come userò la mia parola dell’anno

E anche qui è arrivato il momento di parlare della parola dell’anno, che il 2018 è iniziato ormai da qualche settimana e io ho scelto quella che sarà la mia parola guida per i mesi che verranno.

 

Eccola, la mia parola per il 2018: avventura.

È bella, vero? A me piace proprio tantissimo.

Vengo da un anno in cui mi sono lasciata guidare dalla concretezza, che mi ha insegnato a lanciarmi in nuovi progetti senza aspettare di essere davvero pronta (che tanto non lo si è mai), ad affrontare i problemi di testa (sì, nel senso di “a capocciate”) e che mi ha aiutata a prendere decisioni anche fuori dal lavoro, fidandomi di quello che mi diceva la pancia senza perdermi a rimuginare.

Per scegliere la parola di quest’anno invece sono partita da una considerazione: dico sempre – l’ho scritto anche nel Manifesto – che chi non esce mai dalla propria bolla prima o poi fa la muffa. Beh, mi sono accorta che io è da un po’ che dalla mia bolla non esco. Male, malissimo!

E quindi?, mi sono chiesta. Eh, quindi adesso la smettiamo di predicare bene e razzolare male e mi metto di impegno per risolvere questa cosa.

Allora, quando è stato il momento di decidere la parola dell’anno, sono partita da lì, dal bisogno di uscire dalla mia bolla per innaffiare la testa e il cuore. Ho lavorato su quel concetto, ho scritto parole che ho subito cancellato, ho lasciato che le idee e le connessioni scorressero e, alla fine, è uscita lei. Avventura.

L’ho guardata un attimo, scritta con una penna viola su una pagina a quadretti, e ho pensato che sì, era quella giusta.

 

Adesso però tocca a me, devo mettermi di impegno.

Sì perché la parola dell’anno è la forma visibile di un bisogno, di una direzione che scegliamo di seguire, ma poi da sola mica funziona. Non è una formula magica, ecco.

Una volta che abbiamo scelto poi dobbiamo metterci in gioco e renderla vera con le azioni di tutti i giorni.

Io, per esempio, questa cosa dell’avventura vorrei realizzarla facendo piccole cose che non ho mai fatto o che almeno stanno fuori dalla mia bolla. Questo a livello personale, e invece per quanto riguarda il lavoro vorrei avere il coraggio di lanciarmi in una cosa nuova e “concreta” che adesso non posso ancora raccontare ma spero davvero di poterlo fare nei prossimi mesi. E quella sì, sarebbe una giga avventura.

E poi, giorno dopo giorno, cercherò di indirizzare le mie scelte tenendo come criterio quello dell’avventura. Che alla fine vuol dire giocare, provare a uscire dai propri schemi, prendere quelle strade che magari ci fanno un po’ paura ma decidiamo comunque che sì, abbiamo voglia di percorrerle e scoprire cosa succede durante il viaggio.

Insomma, mi aspetto grandi cose da questo nuovo anno avventuroso. Vediamo se ne sarò capace, di sicuro prometto di impegnarmi.

 

E tu, l’hai già trovata la tua parola dell’anno?

Se vuoi che ti aiuti a trasformarla in parole e idee, scrivimi: ci lavoreremo insieme e costruiremo un racconto che sappia rispecchiarla (e rispecchiarti).

 

(foto Samuel Zeller on Unsplash)

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