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Perché il blog non è “terribilmente anni 2000”

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Perché il blog non è “terribilmente anni 2000”

Quando si è molto dentro a un argomento, come è per me la scrittura, finisce che si danno per scontate alcune cose. E lo so, è un errore grande, ma a volte succede, l’abitudine annacqua i pensieri e ogni tanto c’è bisogno di qualcuno che quei pensieri li prenda e li strizzi per bene.

 

La volta che è successo a me

Ero in classe. Davanti a me c’erano 15 danzatori e io stavo parlando di storytelling – perché è importante promuovere al meglio il proprio lavoro, come si fa a raccontarsi online, con quali strategie.

Ecco, a un certo punto abbiamo iniziato a parlare del blog e io sono partita in quarta. Ma sparatissima, proprio. Perché – appunto – davo per scontato che tutti considerassimo il blog uno strumento potentissimo. E così ho cominciato a spiegare quali sono le caratteristiche di un blog che funziona e mi sono fermata solo quando ho intercettato un paio di facce dubbiose. Poi ho guardato meglio e le facce a punto di domanda non erano solo un paio.

– Cosa c’è? – ho chiesto.

– No, è che… il blog è così TERRIBILMENTE ANNI 2000.

No ma ho reagito bene. Da adulta. Da adulta professionista matura. Mi sono messa una mano sul cuore fingendo un infarto e facendo “aaahhhhh” con gli occhi serratissimi per dare ancora di più il senso del dramma.

Abbiamo riso tutti e poi sono tornata seria e ho detto: “Benissimo, adesso vi spiego perché no, il blog non è terribilmente anni 2000. E comunque mi avete spezzato il cuore e ve ne pentirete”.

Un’adulta professionista matura, niente da dire.

 

Cose che dobbiamo ricordarci del blog

Che è il posto perfetto per approfondire i contenuti di cui vogliamo parlare al nostro pubblico: non abbiamo troppi limiti di spazio, come invece succede sui social, e possiamo raccontare quegli aspetti del nostro lavoro che nelle sezioni “istituzionali” del sito stonerebbero.

Il blog poi, se si pubblica con costanza, è uno strumento molto potente per aiutarci a posizionare bene il nostro sito sui motori di ricerca: a Google infatti piacciono i siti dinamici, quelli che vengono aggiornati spesso e in questo senso il blog con i suoi articoli ci permette di dire a Google che, secondo i suoi criteri, abbiamo una piattaforma di qualità. E questo ci valorizzerà nelle ricerche online.

Sul blog poi possiamo sperimentare la nostra scrittura e trovare una voce riconoscibile, che ci permetta di stabilire un rapporto più stretto con i nostri lettori. Nel blog – anche se è un blog di lavoro – ci esponiamo, ci mettiamo in gioco, nei contenuti e nella scelta delle parole, e questo è preziosissimo per costruirci un’identità riconoscibile.

E poi il blog non è un’isola e possiamo collegarlo agli altri canali di comunicazione, come i social e le newsletter. È molto più facile far arrivare nuovi lettori sul nostro sito se condividiamo gli articoli che scriviamo e chissà, se siamo state brave e abbiamo scritto contenuti utili e convincenti, magari chi li ha letti andrà a leggere altre pagine, forse proprio le sales page in cui proponiamo i nostri servizi.

 

Il blog è il nostro biglietto da visita privilegiato: racconta di noi e della nostra attività con un livello di approfondimento che gli altri canali difficilmente riescono ad avere, per questo è così prezioso. Anche oggi. Anche oggi che gli anni 2000 sono passati (aaahhhh).

 

Ps: se vuoi capire come gestirlo al meglio, c’è Blog Power: sei pronta per attivare i tuoi superpoteri da blogger?

 

(foto Neenu Vimalkumar on Unsplash)