Onora Santa Grammatica
E dopo l’articolo sull’importanza di leggere per scrivere bene, è arrivato il momento di un post che aspettavo da quando ho iniziato a preparare il calendario editoriale: quello in cui ti dico – e qui mi devi immaginare con con espressione serissima e tono solenne – di onorare la grammatica.
La premessa | No, non sto esagerando
E lo dico subito perché magari, leggendo “onora”, avrai pensato “madò, addirittura”.
Sì, addirittura. Guarda, è proprio la base, da lì non si scappa: se scrivi, a maggior ragione se lo fai per lavoro, le leggi di Santa Grammatica devi saperle. Devi saper coniugare i verbi, mettere le virgole al posto giusto, non inventarti apostrofi né ucciderne altri, azzeccare le maiuscole e gli accenti.
Lo so, detto così sembra facile.
(“Figurati se non so mettere le virgole. Se non conosco il posto degli apostrofi, la direzione degli accenti”).
È che sembra talmente facile che si dà per scontato. Che tutti pensiamo di saperle, le leggi di Santa Grammatica, e invece no, sarebbe bello ma purtroppo non è così.
Il fulcro agitato spinoso | Cose che mi fanno impazzire
No, non in senso positivo. Magari, eh, e invece qui voglio elencarti alcuni degli errori che vorrei non incontrare quando leggo. Gli schiaffi a Nostra Signora della Scrittura.
Tipo quando, soprattutto sui social, vedo gli apostrofi messi al posto degli accenti. Magari su una pagina professionale. Ché tanto su Facebook leggono tutti di corsa. Sì, leggeranno pure tutti di corsa, ma su una pagina professionale non ci sono scuse che tengano.
Tipo quando una frase inizia con “soggetto virgola verbo”. “Noi, siamo stati lì la settimana scorsa”. Quante parolacce. Oh, poi a volte va pure bene, quando si deve enfatizzare che proprio noi ci siamo andati, e magari voi no e vorremmo farvelo pesare, ma nel 99% dei casi la virgola tra il soggetto e il verbo no. Si amano, soggetto e verbo, lasciamoli vicini.
O quando si scombinano gli accordi. “La maggior parte dei testi sono fatti così”. Suona male peggio di una chitarra scordata.
E chiudo con una cosa che in alcuni casi non è proprio sbagliata, ma solo in poche eccezioni. Le “d eufoniche”. Ed allora. Esterno ed interno. Nope: la “d eufonica” va bene solo se la parola successiva inizia con la stessa vocale: per capirci, “ed ecco” è giusto, “ed invece” no. Ma poi basterebbe ascoltare ciò che scriviamo: lasciamo che le parole suonino, sono così belle quando scivolano.
La conclusione | L’aggravante e la promessa
Ovvero: chi pensa di saper scrivere e invece. Invece farsi venire dei dubbi è sano, utile, pure bello.
Dai, basta poco per onorare Santa Grammatica. Quindi adesso promettiamo di non maltrattarla mai più.
Forza, mano sul cuore e sguardo da giovane marmotta: “lo prometto!”.
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Luisella
22 Novembre 2016 at 17:07Che bel post punzecchiante!
Valeria Zangrandi
22 Novembre 2016 at 17:50Grazie! Ogni tanto una punzecchiata ci vuole, no? 😉