Grammatica della fantasia, le cose che ho imparato
Ogni tanto mi ritrovo a pensare che il mio lavoro lo capisco meglio leggendo o facendo cose che con il lavoro c’entrano fin lì. Eppure.
La Grammatica della fantasia, di Rodari, è una di queste cose. Che parla di infanzia, racconti, immaginazione. E, intanto che lo fa, mi insegna meraviglie.
Lezione 1 | Meglio se ci divertiamo
Leggendo il libro, ho sottolineato un bel po’ di cose. Intuizioni, parole bellissime, frasi che mi hanno lasciata lì ferma a pensare che Rodari aveva proprio ragione. Poi, una volta finito di leggere – e sottolineare – sono tornata indietro e ho sfogliato tutto di nuovo, facendo le orecchie a quelle pagine che mi erano restate incastrate dentro agli occhi.
Adesso il libro ha tre orecchie, che per me sono tre posti magici.
Nel primo c’è una frase che dice:
È più divertente: dunque è più utile.
E questa è una cosa che sto imparando anch’io, che va bene essere seri ma seriosi no. Che si può tenere una lezione di quattro ore parlando di comunicazione e scrittura senza dover annoiare per forza. Anzi, che se a lezione si ride, magari insieme, si impara di più.
Anche quando scrivo – qui, ma soprattutto nelle dispense che seguono le formazioni – cerco di divertirmi. Perché penso che forse, se resto leggera io, questa leggerezza si trasmetterà e sarà più bello leggere quello che ho scritto.
E spero funzioni, ecco.
Lezione 2 | Abbasso le parole difficili
Il secondo orecchio del libro è arrivato quando ho trovato un’altra frase che mi è risuonata dentro come un’eco leggera leggera.
Dice così:
[…] e io capii che non è sempre necessario dire tutto quello che si sa. Perciò, anche in questo libro, mi astengo più che posso dalle parole difficili che conosco.
Rileggo, sorrido e ci provo anch’io. Che poi mica è facile, quando si scrive, soprattutto per lavoro, lasciare fuori dal foglio le parole difficili. Perché ci mi sembra di essere meno professionale, di passare per quella che si improvvisa ma poi le cose non le sa dire col giusto linguaggio tecnico. E invece no, invece non c’è mica bisogno di usare paroloni, che poi spesso sono pure brutti da sentire.
Le parole sono importanti, no? E allora scegliamole morbide – quelle difficili sono piene di spigoli.
Lezione 3 | Sii fedele alla tua barba da Mangiafuoco
Il terzo e ultimo orecchio arriva qui:
Mariano Dolci ha una bella barba da Mangiafuoco. Appena lo vedono, i bambini capiscono che possono aspettarsi da lui cose straordinarie.
La barba da Mangiafuoco è la nostra immagine. È quello che raccontiamo di noi e del nostro lavoro, è il risultato della nostra comunicazione.
Quando ho letto questa frase ho pensato che bisogna proprio stare attenti e non rischiare di promettere cose che poi non riusciamo a mantenere. Perché se ci facciamo crescere una bella barba da Mangiafuoco poi chi ci segue si aspetterà da noi cose straordinarie, e questo è bellissimo, ma noi dobbiamo essere in grado di saperle fare, queste magie. Senza trucchi, senza scorciatoie.
Un’altra cosa non facile, eh, ma il gioco è tutto lì, essere quello che promettiamo.
Ps: se cerchi altre ispirazioni per raccontarti, per trovare nuove idee o anche solo per guardare le cose di sempre da una prospettiva diversa, vieni a sbirciare qui: ti aspetto.
(foto Pixabay)
Alessia
23 Ottobre 2017 at 16:29Utilissimi precetti che condivido, quello della “barba da Mangiafuoco” mi sembra il più difficile da perseguire!
La lettura di questo blog è un piacere per gli occhi e per la mente, grazie! 🙂
Valeria Zangrandi
24 Ottobre 2017 at 7:23Ciao Alessia, grazie!! E sì, sono d’accordo, essere fedeli alla propria barba da Mangiafuoco è forse la cosa più difficile ma una delle più importanti per non perdere la fiducia che ci siamo guadagnate nel tempo. Buona giornata e buone letture : ))
margherita
19 Ottobre 2017 at 8:50È da tempo che mi dico di leggere La grammatica della fantasia di Rodari; le tre frasi che hai citato le trovo bellissime e ispiranti e giustificano le tre orecchie che hai fatto. Devo ordinarlo tipo adesso, consegna express!
Quanto mi piacerebbe partecipare ad un tuo corso in classe, ma la distanza geografica è troppa. Non è che ne organizzi uno anche in Sicilia? 😉
Valeria Zangrandi
19 Ottobre 2017 at 8:52Sì sì, ordinalo adesso, vedrai che sarà una lettura emozionante!
E per il corso… mi piacerebbe da morire venire in trasferta… magari ci pensiamo per il 2018 🙂
Giulia Buvoli
18 Ottobre 2017 at 7:28Ciao Valeria!
Libri bellissimi (per me), eccoli:
– La Voce Segreta (per bambini)
– The Art of Asking – Amanda Palmer (non sono certa che sia già tradotto in Italiano)
– Corso Accelerato di Creatività – Jodorowsky (kindle)
– Aria Deer – nel mondo interiore di Beth Kamila (lo trovi online, anche in formato cartaceo).
<3
Valeria Zangrandi
18 Ottobre 2017 at 7:31Uuuhhh! Grazie, Giulia!! Li segno tutti e finiscono dritti dritti in wishlist! <3