Comunicazione: cos’ho imparato dai vostri regali di natale
Le vacanze sono finite e adesso tocca tirarsi su le maniche e ricominciare. Ecco, quest’anno ricomincio facendo il punto delle cose che ho imparato da voi. Dalle domande che mi avete mandato con il regalo che vi ho fatto per natale: “Chiedi a Babbo Natale me”.
Su di me | Che mi piace risolvere problemi
Su di me ho imparato che mi piace da matti studiare i vostri problemi e cercare delle soluzioni. Sì perché stavolta non si trattava di insegnarvi nulla, né di scrivere per voi o gestire le vostre pagine Facebook: stavolta c’eravate voi che mi chiedevate “come posso migliorare questa cosa che non sta funzionando bene?” e io dovevo trovare il modo per riuscirci.
E sapete una cosa? Mi è piaciuto da matti. Sarà che la mia parola dell’anno è “concretezza”, sarà che l’idea di darvi delle piccole (a volte minuscole) soluzioni mi faceva sentire utile, sarà che boh ma ho scoperto che risolvere problemi mi piace.
Sui vostri testi | Che semplice è meglio
Ho letto un po’ di testi dei vostri siti e dei vostri blog. Le cose che ho visto non erano male, anzi. Ma c’è una cosa che volevo dirvi: ricordatevi che semplice è meglio. Che non sempre un linguaggio tecnico vi fa sembrare più preparati, anzi spesso è solo più difficile da capire per chi non è del vostro settore. Che le parole comuni, quelle che usiamo tutti i giorni, arrivano più dirette, agli occhi e in pancia, anche dei vostri potenziali clienti.
Quando scrivete, siate semplici. Che non vuol dire banali: al contrario, vuol dire efficaci.
E occhio ai refusi: rileggete, sempre! E sì, qualcosa magari vi scapperà comunque, ma troppe imprecisioni in un testo lasciano un’impressione negativa, come se foste voi per primi a non dare importanza a quello che scrivete. Invece è importante, eccome. Quello che scrivete siete voi.
Sui vostri canali social | Che vi sgridate troppo (e invece!)
Ho anche guardato un po’ di pagine Facebook e qualche profilo Instagram. E ho notato che alcune cose tornano, come i testi troppo lunghi, i contenuti che assomigliano a voi ma forse non sono l’ideale per il vostro target e infatti funzionano meno di quelli che scegliete pensando a chi vi legge, o le foto un po’ sottovalutate o voi che vi nascondete e invece è così bello per chi vi segue vedere ogni tanto la vostra faccia, il vostro mondo.
Ma quello che mi ha stupito di più è stato vedere come siete critiche con voi stesse. È vero, si può sempre migliorare e su questo non ci piove. Ma ho visto pagine Facebook con un pubblico coinvolto, presente, affezionato. Ho visto profili Instagram con foto stupende, che sapevano trasmettere benissimo la voce di chi le ha scattate. Ho visto account che trattano argomenti complessi (magari tecnici, quindi non proprio attraenti) avere un buon riscontro.
Quindi, lavorate sempre per fare meglio ma imparate a riconoscere il valore di ciò che avete fatto. Siate attenti, non ipercritici. Metteteci tutto il vostro impegno, studiate, provate e riprovate: ma ogni tanto ditevi che siete stati brave.
Quando le cose funzionano, e le abbiamo fatte funzionare noi, un pat-pat sulla spalla possiamo pure concedercelo.
Bon. Grazie ancora per avermi scritto. Ogni vostra domanda era una sfida, una sfida bellissima. Grazie per la fiducia e che sia un anno di parole leggere e racconti sussurrati.
Per migliorare la comunicazione e trovare sempre nuove ispirazioni, vi ricordo che il gruppo Facebook Lampadine vi aspetta: ci vediamo lì, sì?