Togli le zavorre ai tuoi testi
Ci sono un sacco di cose che si possono alleggerire. I capelli, i pensieri, le borse e gli zaini e le valigie, le situazioni, le chiome degli alberi, gli allegati in pdf, le tasche. E pure la scrittura.
Oh yes, baby, un testo può – anzi, dovrebbe – essere sempre alleggerito prima di essere lanciato nel mondo.
Alleggerito di cosa, mi chiedi? Dai, mettiti comoda che ti faccio un bell’elenco.
Uno: le ripetizioni
Quando rileggi il tuo articolo prima di metterlo online – ma la stessa cosa vale per le newsletter o i testi che posterai sui social – vai a caccia delle ripetizioni, che possono essere di due tipi: parole o concetti. Le ripetizioni di parole forse sono un po’ più facili da notare, saltano di più all’occhio orecchio, quelle di concetti hanno bisogno di più attenzione, ma prenditi comunque il tempo per scovarle: un testo pieno di ripetizioni suona proprio male.
Come le si trova? Il metodo migliore è leggere ad alta voce. In questo tipo di ricerca, la lettura sonora aiuta più di quella silenziosa, dai voce (letteralmente) alle tue parole e vedrai dove la scrittura si ripete e inciampa.
Due: le parole pesantone
Partiamo da qui, c’è una leggenda metropolitana che va sfatata ed è quella secondo cui la scrittura, per essere autorevole, deve usare parole complicate. E allora via di tecnicismi, termini ultra specifici, parole burocratiche, vecchie, stanche e annoiate.
E invece no.
Invece a dare autorevolezza a una scrittura sono i suoi contenuti e anche – guarda un po’ – il fatto che quei contenuti vengano raccontati in modo semplice. Occhio, lo dico sempre e lo ripeto anche qui: semplice non vuol dire banale, vuol dire bello e comprensibile.
Insomma, viva le parole morbide e cancelliamo dai nostri testi quelle pesantone.
Tre: i concetti poco chiari
Altra cosa che dobbiamo togliere sono i concetti che potrebbero risultare poco chiari per i nostri lettori. E non è semplicissimo trovarli, eh, perché per noi che scriviamo certe cose sembrano chiarissime, limpide, quasi elementari, ma è solo perché conosciamo bene l’argomento che stiamo trattando: per chi ci legge, invece, potrebbe non essere così scontato afferrare il senso del nostro discorso.
E allora cosa si fa? Lo si rilegge mettendoci per bene nei panni del nostro pubblico e chiedendoci, man mano, se i passaggi logici sono immediati o se invece servirebbero delle spiegazioni in più.
Quattro: le frasi “labirinto”
Che poi sono quelle frasi che quando ci entri inizi disperatamente a cercare l’uscita ma hai l’impressione che rimarrai per sempre intrappolata lì dentro.
Sono frasi di solito molto lunghe, piene di incisi, nei casi peggiori sembrano perfino cambiare punto di vista, voce narrante, arrivano a conclusioni che non si capisce cosa c’entrino con le premesse.
Ora, sicuramente non arriveremo a tanta bruttura narrativa, ma non diamo per scontato che le nostre frasi lunghe vadano bene. Leggiamole ad alta voce, se abbiamo dei dubbi chiediamo a qualcuno se sono chiare. E poi magari dividiamo quel concetto in due frasi diverse: più leggibili, più leggere, più belle.
Dai, sei pronta per rivedere i tuoi testi e togliere tutto quello che li appesantisce?
Ps: ti ricordo che se vuoi attivare i tuoi super poteri di scrittura c’è Blog Power! che ti aspetta…
(foto William Stitt on Unsplash)