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Pulizie d’estate: elimina i social che non ti servono

elimina i social che non ti servono

Pulizie d’estate: elimina i social che non ti servono

Una delle cose che mi spaventano di più delle strategie di comunicazione improvvisate – che quindi, in effetti, non è esattamente corretto chiamare “strategie” – è la risposta “tutti” alla domanda “su quali social hai scelto di stare?”.

TUTTI.

Ecco, premettendo che l’ubiquità non serve a niente, ti voglio raccontare dove io ho scelto di non stare più e dove invece ho messo più attenzione, e poi vorrei lasciarti anche due dritte per riflettere sui tuoi, di canali, e capire se ha davvero senso starci o se invece magari puoi salutarli e concentrare le tue energie (e il tempo e i soldi) su altro.

 

LinkedIn non ti amo più, Facebook perdonami tu

Non che con LinkedIn ci sia mai stato un grande amore, eh, ma per un po’ di anni l’ho tenuto in ordine, aggiornato, curato. Da quando sono diventata freelance e ho aperto questo blog ho sempre condiviso gli articoli che scrivevo, settimana dopo settimana, ricevendo qualche feedback positivo, nuove richieste di contatto e pure qualche messaggio per possibili collaborazioni. E sono stati proprio questi ultimi a farmi capire che no, non andava bene: mi contattavano solo agenzie e io (a parte rarissime eccezioni) preferisco lavorare direttamente con i clienti, senza intermediari.

E allora mi sono chiesta: ma se quel tempo e quell’attenzione li dedicassi ad altro visto che stare qui non mi porta quello che vorrei? Quindi: ciao LinkedIn, ci vediamo nella prossima vita.

Con Facebook invece è stato il contrario: nel 2018 ho un po’ sottovalutato la mia pagina e quindi è finita che la aggiornavo con piccole cose di routine, senza metterci però troppo impegno. Solo che a fine anno mi sono presa il tempo di studiare per bene gli Analytics e mi sono accorta che, anche se l’attività che i post creano non è super entusiasmante, tante persone partono da lì e arrivano sul sito. Ovvero: fanno esattamente quello che vorrei facessero.

E allora perché non metterci un po’ di energia e impegno in più, magari proprio quelli recuperati dall’abbandono di LinkedIn?

 

E tu, chi potresti lasciare?

Magari nessuno, eh, ma prima di rispondere ti chiedo di fare un attimo mente locale e, soprattutto, di metterti lì con calma a valutare il tutto, magari con un bel quaderno davanti, delle penne per scrivere le tue considerazioni e una bella dose di obiettività.

Per facilitarti il compito, ti lascio qualche domanda a cui puoi provare a rispondere: sarà la tua traccia per capire se davvero i social che hai ti servono tutti, se puoi liberarti di qualcuno di loro o se, invece, c’è un posto virtuale dove dovresti stare e dove al momento però non sei.

Eccole qui, pronte per analizzare i tuoi canali, uno alla volta:

  • perché hai deciso di aprirlo?
  • quale obiettivo ti sei posta per quel canale? (creare conversazione con il tuo pubblico, portare traffico al sito, farti conoscere?)
  • quell’obiettivo lo stai raggiungendo?
  • pensa al tuo pubblico, a quello reale e a quello desiderato: ha senso cercarlo su questo social?
  • quanta “fatica” ti comporta la gestione di quel canale? Valuta tutto, eh: pianificazione, ricerca contenuti, scrittura testi, realizzazione foto, pianificazione, gestione.

 

Se poi vorrai analizzare più in generale la tua comunicazione, iscriviti a Occhialetti: riceverai un workbook con il quale ti guiderò nell’osservazione del tuo racconto, un passo per volta.

 

(foto Nikolai Chernichenko on Unsplash)