Portfolio | Affiancamento alla comunicazione
Non so se lo sai ma tra i vari servizi che offro c’è anche quello di affiancamento alla comunicazione – ne parlo nella sezione dedicata allo storytelling ma è un percorso che può anche essere scelto anche da solo.
Oggi vorrei raccontarti cosa succede quando ti accompagno per qualche mese nella gestione della comunicazione e per farlo ti spiego come ho lavorato in uno di questi percorsi, quello che mi ha vista affiancare Beatrice Gemma, di professione doula.
Prima però ti faccio una brevissima premessa.
Ogni affiancamento è diverso ed è inevitabile che sia così. Ogni professionista è unica, ogni comunicazione ha i suoi obiettivi e le sue difficoltà: come potrei proporre un percorso standardizzato, fatto sempre degli stessi passi?
Detto questo, ho pensato che conoscere il viaggio che ho fatto con Beatrice magari poteva comunque esserti utile per capire come funziona il servizio di affiancamento e, chissà, immaginarne uno tutto per te.
Quindi, cominciamo?
Perché farsi affiancare
Beatrice di mestiere fa la doula. La doula è una figura professionale che può supportare le madri e le famiglie nel tempo che circonda l’arrivo di bambino – in gravidanza o post parto. Sono tante le cose che una doula può fare con i suoi servizi, in presenza ma anche a distanza, online. Si tratta di una professione che qui in Italia non è ancora molto conosciuta e questo è uno dei motivi per cui Beatrice ha scelto di lavorare con me, per capire come sensibilizzare e divulgare al meglio gli argomenti legati a ciò che fa ogni giorno insieme alle mamme e alle famiglie.
Profilo Instagram @doulabea
Ma non solo. Un altro obiettivo che abbiamo stabilito per il percorso di accompagnamento alla comunicazione è stato quello di trovare una modalità efficace per promuovere i servizi che Beatrice offre, facendo però emergere la sua unicità, il suo modo personale di immaginarli e gestirli.
E poi abbiamo fatto un esercizio di visualizzazione. Le ho chiesto di immaginare la sua comunicazione tra un anno, efficace e sostenibile. Abbiamo ragionato sulla risposta e valutato insieme quali erano i passi da fare per arrivare a rendere quella visione un inizio di realtà.
Come abbiamo lavorato
Il percorso con Beatrice è stato uno scambio ricco e denso – posso dire di aver dato tanto ma anche di aver ricevuto tantissimo.
Nei mesi di affiancamento ci siamo viste in call una volta ogni 10-15 giorni per fare il punto sulla situazione e lavorare di volta in volta su un aspetto del racconto – il tono di voce, l’efficacia dei testi, la funzionalità dei vari canali che usa per raccontarsi, la relazione con la community.
In mezzo, tra un incontro e l’altro, ho sempre lasciato a Beatrice degli esercizi e dei “compiti” da fare: a volte erano testi da scrivere, a volte domande a cui rispondere sulla propria immagine professionale, a volte ancora riflessioni su temi che toccavamo in call.
Durante un affiancamento ci si prende per mano. E si procede insieme per un pezzo di strada – tra confronti, analisi e costruzione di un modo diverso di narrare la propria storia.
Una cosa importante: un percorso di accompagnamento prevede tanto lavoro. Non solo mio, ma anche di chi sceglie di farsi affiancare.
Diventiamo una squadra, creiamo e costruiamo insieme. È un po’ faticoso, non lo nego, ma alla fine si arriva con una consapevolezza diversa. E quello è il momento in cui ci salutiamo, ed è un pochino triste ma anche molto bello.
Se vuoi scoprire di più su Beatrice e sulla sua professione, qui trovi il suo profilo Instagram.
E se invece stai pensando che vorresti fare un pezzo di strada con me, scrivimi: ti aspetto.
(foto Tanaphong Toochinda on Unsplash)