Cos’è davvero il brand storytelling
“Storytelling” è una parola che negli ultimi anni si sente tantissimo e che, proprio per questa sovraesposizione, rischia di vedersi appiccicare addosso significati negativi e distorti.
Partiamo quindi dalla sua essenza:
lo storytelling di un brand o di un’azienda è una modalità di comunicazione (strategica ed efficace) che consiste nel creare una storia onesta, coerente e coinvolgente per raccontare quella realtà.
Il racconto – la storia che si costruisce – si propone di raggiungere determinati obiettivi, che possono essere di crescita, vendita, rebranding, eccetera.
Cosa NON è lo storytelling, invece.
Per tornare un attimo alle definizioni distorte di questa parola, specifichiamo subito una cosa importante: storytelling non vuol dire supercazzola.
Non significa inventare bugie, truffare le persone attribuendo al brand, all’azienda o alla sua offerta caratteristiche inesistenti.
Alla base deve esserci sempre un approccio onesto.
Ma come si costruisce uno storytelling efficace?
Adesso che abbiamo visto in cosa consiste il brand storytelling – e che abbiamo chiarito cosa non è – possiamo vedere quali sono gli elementi da considerare per costruirne uno che funzioni.
1) Fai il punto sull’identità della realtà da raccontare
La prima fase nella creazione di una strategia di storytelling è tutta incentrata su ascolto, osservazione e scavo.
Non si possono costruire storie potenti se non sappiamo esattamente cosa andiamo a raccontare.
Se, per esempio, vuoi immaginare e creare uno storytelling che racconti e promuova la tua professione, cerca di avere chiaro:
- quali sono i valori che stanno alla base delle tue scelte e del tuo lavoro;
- cosa ti rende unica come professionista;
- cosa offri (e come questa offerta migliora la vita delle persone a cui si rivolge);
- cosa ti distingue dalla concorrenza;
- quali elementi, immagini, concetti ti rappresentano;
- i punti essenziali della tua storia.
2) A chi si rivolge la tua storia
O meglio: quale sarà il target dello storytelling che stai costruendo?
Ricorda intanto una cosa: non sempre il target del nostro racconto coincide con i consumatori finali di ciò che vendiamo – per esempio, se vendi vestiti per bambini il target della comunicazione molto probabilmente sarà composto da chi acquisterà quei vestiti, non da chi li indosserà.
Fai anche attenzione a un altro aspetto importante di questa analisi: conoscere il target significa conoscere non solo le sue caratteristiche demografiche e gli interessi, ma anche il mondo interiore di queste persone. Se non sai cosa provano, cosa le emoziona, non riuscirai a coinvolgerle davvero.
3) Quale obiettivo vuoi raggiungere
Fai in modo di definire nel modo più chiaro possibile:
- l’obiettivo grande dello storytelling, che dipenderà dalla fase in cui si trova la tua attività: se sei all’inizio dovrai farti conoscere e avviare il tuo posizionamento, se sei sul mercato da un po’ potresti voler crescere o stabilizzarti;
- gli obiettivi più piccoli e misurabili, quelli che ti aiutano a capire se la direzione che hai preso è giusta oppure no.
4) Imposta il racconto vero e proprio
Tradotto, scegli:
- su quali canali vuoi raccontarti, in base a chi sei, ai tuoi obiettivi e a dove pensi di poter intercettare il pubblico a cui punti – un consiglio: non cercare di essere ovunque, è tanta fatica per niente;
- quale voce avrà lo storytelling: anche lo stile del racconto sarà importante, in particolare il brand character e il tono di voce;
- i contenuti da condividere, ovvero il “cosa racconterai”. Qui ti lascio un duplice suggerimento: attenzione a non puntare solo sui contenuti promozionali o solo su quelli emotivi, serve un equilibrio per creare un racconto che funzioni e che non stanchi.
Siamo animali narranti. Limitarci a dire “ciao, sono questo e vendo questo” non funziona: le persone vanno coinvolte, la storia che racconti deve essere onesta ma anche appassionante. Come un romanzo che non riesci a smettere di leggere.
Per concludere ti lascio un esempio di storytelling per Instagram a cui ho lavorato. Se anche tu pensi di aver bisogno di una copilota per costruire la tua storia, scrivimi: non vedo l’ora.
(foto Joyce McCown on Unsplash)