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Copierò gli insetti per trovare nuove idee

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Copierò gli insetti per trovare nuove idee

Questo weekend sono stata a un corso di entomologia.

La cosa è andata più o meno così: era ancora estate e su Facebook, sulla pagina della Fioreria, ho visto che si parlava di questo “corso breve ma intenso” (si chiamava proprio così, e questa cosa mi piaceva un sacco). L’ho visto e mi sono detta “DEVO farlo!”, con quel “devo” tutto maiuscolo, pensato a voce altissima. Prima di iscrivermi ci ho riflettuto. Più o meno cinque secondi, ma ci ho riflettuto.

 

La domanda | Perché proprio gli insetti?

Se te lo stai chiedendo, sappi che non è la domanda giusta. La domanda giusta è “perché non gli insetti?”. Che poi potrebbe essere pure perché non “la meccanica degli elettrodomestici”, o “teoria e pratica dell’Ashtanga yoga” o anche “come diventare un equilibrista in due giorni”.

Insomma, il punto è questo: avevo bisogno di fare altro. Perché mi sono accorta che di solito, quando mi iscrivo a un corso, finisce sempre che si parla di scrittura, di comunicazione, di web, di rete, e sono tutte cose fighissime, eh, ma dopo un po’ la testa si chiude e la sensazione è quella di stare in una stanza con le finestre che non vengono spalancate da troppo tempo, con l’aria pesante e i pensieri lenti.

 

La risposta | Perché no?

Ok, non si risponde a una domanda con un’altra domanda, ma il fatto è proprio questo: perché no? Era una cosa che mi attirava, che mi ha fatto fare un (piccolo) saltello sulla sedia quando l’ho scoperta e quindi via, proviamo. Seguiamola ogni tanto la pancia, no?

Ho aspettato qualche mese e finalmente il weekend dedicato a formiche, api, farfalle, coleotteri e afidi è arrivato. (Lo so, lo so, “afidi” è una parola bellissima, l’ho scritta apposta).

Sono state quattro ore di occhi spalancati e idee velocissime, appunti scritti con la penna verde, storie inimmaginabili e aria nuova. Aria nuova per il mio cervello dove finalmente avevo aperto le finestre e fatto un po’ di corrente, ché non va mica sottovalutata la corrente, sposta cose, ne avvicina altre, magari fa un po’ di casino ma un casino positivo.

 

Alla fine | E quindi?

Oh, scusate, è proprio un post pieno di titoli col punto di domanda: portate pazienza, si vede che questa novità insettista (*) sta spostando certezze e infilando dubbi (ed è bellissimo).

E quindi, dicevamo.

E quindi mi sono ritrovata, alla fine delle due giornate brevi ma intense, con un bel po’ di idee che diventeranno pezzi del mio lavoro da qui alle prossime settimane, perché se non sapete come comunicano gli insetti fatevelo pure voi un corso di entomologia e poi vedrete se non vi arrivano idee!

E poi mi sono messa in tasca riflessioni bellissime, che magari non mi serviranno per il lavoro ma per dare un senso ad alcune cose sì, tipo che ci raccontano come la natura sia perfetta e invece non è vero, la natura è un sistema di compromessi, e allora che cavolo insistiamo con una perfezione irraggiungibile se manco esiste. Iniziamo a fare, proviamoci, tanto perfetti non lo saremo mai.

Ma la cosa più bella è stata questa. Si parlava di afidi (oh sì, ritornano) e di come si cerchi sempre di mandarli via dalle piante perché esteticamente non sono stupendi, ma poi è uscita questa cosa qui:

 

– Ci sono tanti rimedi contro gli afidi ma io preferisco quando restano. Perché so che così, sulla mia rosa, crescerà qualche fungo, che arriveranno i predatori, come le coccinelle. Insomma, una rosa senza afidi sarà anche bella…
– …ma è una rosa senza storia.

 

C’è da aggiungere altro? No, vero?

Ecco, allora chiudo e vado a lavorare sulla comunicazione degli insetti, che è una bella ispirazione per chi fa il mio lavoro, ma in generale per tutti quelli che devono raccontare qualcosa.

 

Se anche tu cerchi idee e ispirazioni per il tuo lavoro e la tua comunicazione, vai a sbirciare il Quaderno delle ispirazioni: sono certa che ti insegnerà a spostare un po’ lo sguardo, a uscire dalla tua bolla e a trovare spunti per le tue storie dappertutto.

 

(*) sì, “insettista” l’ho inventato, e allora?

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